Federico II di Svevia, ovvero come diventare una star (nel XIII secolo) [1° puntata]

Federico II, stupor mundi, “meraviglia del mondo”, lo chiamavano. Già dal soprannome si capisce subito che uno così è destinato ad avere le luci della ribalta fisse su di sé, come se fosse il protagonista di un grande reality show tutto medievale.

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Ma chi era questo Federico II? Mettetevi comodi, così ve lo racconto. Innanzitutto era, per così dire, figlio d’arte, essendo stati sia il padre (Enrico VI di Svevia) che il nonno (Federico Barbarossa)imperatori del Sacro Romano impero. Questo aveva comportato che, fin da subito, il suo debutto sul palcoscenico del mondo avvenisse con un certo clamore mediatico: correva l’anno 1194 e poiché 16 anni e incinta non avrebbe avuto molto share (capirai che scalpore, a 16 anni tutte le fanciulle medievali erano già sposate e con prole), sua madre Costanza d’Altavilla decise di mettere in scena un altro reality: 40 anni e incinta.

Figlia del re normanno di Sicilia Ruggero II, Costanza, fino ai 30 anni, non ne aveva voluto sapere di sposarsi e c’è chi vocifera addirittura che fosse una suora, fatta uscire a forza dal convento solo per sposare Enrico VI e sancire così un’alleanza tra Svevi e Normanni. Fatto sta che a 40 anni, un’età in cui, nel medioevo, le donne erano considerate ormai delle cariatidi, finalmente rimase incinta, scatenando un’ondata di maldicenze:
«Eh, ma figurati se davvero aspetta un figlio, è più vecchia delle piramidi!»
«Ma va che le hanno nascosto un cuscino sotto la gonna ed è tutta una messa in scena! Prenderanno il primo trovatello che passa e lo spacceranno per erede di re e imperatori!»

A sentire tutto questo gossip a Costanza iniziarono notevolmente a girare le palle. «Avete voluto il circo mediatico?» disse. «E mo ve lo do io ‘sto circo». E così fece. Ordinò di piazzare un grande tendone nella piazza principale di Jesi e, per fugare ogni dubbio, andò lì a partorire di fronte a tutti. Fu così che il popolo, dopo tanto urlare «Spinga, Sua Maestà, spinga! Vediamo la testa!» poté assistere finalmente al primo vagito del piccolo Federico.

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La nascita di Federico nella piazza di Jesi

I primi anni di vita del bambino non furono dei più felici: a 4 anni gli erano già morti entrambi i genitori. Aveva però guadagnato un tutore di tutto rispetto: nientepopodimeno che il papa Innocenzo III che, seppur da lontano, provvedeva con solerzia al suo benessere e alla sua educazione. Così il pupo crebbe a Palermo, affiancato dai migliori maestri che fecero di lui un ometto impeccabile. Da ogni angolo era tutto un dire:
«Ma che bravo Federicoparla 7 lingue!»
«Che intelletto Federico, come padroneggia bene la filosofial’astronomiale leggi e la matematica!»
«E che prestanza, che agilità, come cavalca bene! E che asso nella caccia

Nel frattempo, circondato di lodi, l’ometto si fece uomo, sposò Costanza d’Aragona (da cui ebbe un solo figlio, Enrico) e nel 1210 diventò a tutti gli effetti Re di Sicilia.

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Il famoso trono

Contemporaneamente dall’altra parte delle Alpi i principi tedeschi si scannavano in una lotta senza quartiere per il trono imperiale. Alla fine fu Ottone IV di Brunswick a spuntarla, anche grazie all’aiuto di Papa Innocenzo III, a cui in cambio erano stati promessi diversi favori in materia economica e massima libertà nell’elezione dei vescovi. Purtroppo Ottone non impiegò molto a tradire la fiducia del Pontefice, piazzando le sue truppe in Italia e rivendicando per sé il possesso della Penisola. E mentre Innocenzo non smetteva di mangiarsi le mani per aver messo un simile voltagabbana sul trono imperiale, improvvisamente gli venne un’idea: si ricordò che in Sicilia c’era Federico, il suo enfant prodige, che era intelligente, valoroso, bellissimo e aveva sempre avuto ambizioni da tronista. Fu così che Federico, forte dell’appoggio e del denaro del Papa, partì, deciso a conquistare la famosa seggiolina rossa e a diventare il nuovo Costantino Vitagliano della Germania.

Nel frattempo le cose si erano messe male per Ottone: sempre più principi tedeschi gli avevano voltato la faccia e gli inglesi, a cui aveva chiesto appoggio, erano finiti fuori gioco, schiacciati nella guerra contro la Francia. Federico quindi, avendo dalla sua, oltre ad una grande abilità, anche una buona dose di fortuna, si ritrovò la strada aperta e, senza bisogno di versare troppo sangue, poté proporsi all’aristocrazia tedesca. La carica di imperatoreinfatti non era ereditaria, ma elettiva: significava cioè che il potere non passava di padre in figlio, ma il sovrano veniva votato dai principi (il che comportava, non di rado, che le cose si risolvessero in una carneficina). Federico, che aveva certamente un ottimo curriculum, sia per doti che per nascita, riuscì a convincere senza troppi problemi l’aristocrazia tedesca che, nel 1215, riunitasi in seduta plenaria, dichiarò: «Hai l’X-Factorper noi è sìSei ufficialmente il nuovo tronist…ehm, imperatore».

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Ritratto di Innocenzo III

Federico dunque tornò trionfante in Italia. A soli 21 anni aveva già nelle mani un potere immenso: come Imperatore del Sacro Romano Impero aveva sotto il suo controllo tutta l’Europa Centrale e il Nord Italia; come Re di Sicilia dominava sull’Isola e su tutto il Meridione. Nell’accoglierlo a braccia aperte, Innocenzo III (che nel mio immaginario, come tutti i Papi, parla in romanesco) gli disse:
«Ah Federì, bello de zio, so’ proprio contento: pure tra li crucchi sei riuscito a trionfà! Però nun vorrei che tutta ‘sta celebrità te desse a la testa e me facessi la fine der ragazzetto de Mamma ho perso l’aereo… Faje ‘na promessa a Innocenzuccio tuo: resterai modesto e nun unirai mai in un’unica entità statuale l’Impero e er Regno de Sicilia (pure pecché se no ‘sto poro Stato Pontificio m’o schiacci da Nord e pure da Sud!)»
«Stia tranquillo, Signor Papa» rispose Federico. «Le assicuro che le due corone rimarranno separate e che non appena mio figlio Enrico avrà un’età adeguata, la corona di Germania andrà a lui

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In giallo i domini di Federico. In rosa lo Stato Pontificio

Sarà quello un giuramento che Federico non onorerà mai, con conseguenze che definire tragiche sarebbe riduttivo. Ma poiché la storia è lunga e complessa, il resto lo rimandiamo alla prossima puntata di questo Reality show medievale in cui, come in ogni trashata che si rispetti, non mancheranno passioni, liti e tradimenti: vedremo un Federico alle prese con il grande amore della sua vitaBianca Lancia, ai ferri corti col Papato e a braccetto col Sultano, in guerra coi Comuni e tradito dai suoi affetti più cari. Per cui Stay tuned e alla prossima puntata <3.

4 comments

  1. Ho letto alcuni libri su Federico anche perchè sono nativo di Lucera (luogo in cui il Nostro) aveva un bellissimo palazzo e in cui aveva deportato in massa i saraceni dalla Sicilia. Sei davvero brava nel raccontare, purtroppo ho fatto fatica a riconoscere alcuni personaggi (Costantino Vitagliano?) ma è colpa della mia abissale ignoranza televisiva che ho colmato con una rapida ricerca sul web (anche questa è cultura).
    Grazie!

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